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Disegno luci ππ‘π’ππ«π πππ’ππ₯π₯π
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Charta, spettacolo per un solo attore e sagome di carta.
Dal latino del termine carta, Γ¨ la storia di Pinocchio che diventa padre.
La descrizione di unβincognita enorme. La visione di una esperienza, che tanto aο¬ascina, quanto spaventa.
Il tentativo di descrivere la genitorialitΓ , attraverso una metafora
farsesca. Una prova impossibile da superare, ma possibile
da aο¬rontare. Pinocchio che si trova di fronte la paternitΓ e la affronta con la natura che gli Γ¨ piΓΉ congeniale, quella di burattino disarmato, al punto da assurgere a simbolo del racconto.
Il ο¬glio per antonomasia diventa padre.
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da Bene Crudele
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πππππ ππ π ππππ, Antonio Tabucchi
πΉπππππππ ππππππ:
βL'approccio alla relazione tra padre e ο¬glio, essenziale e fondativa della reciproca identitΓ nella concezione freudiana che si illumina nelle suggestioni dell'antica tragedia, si rivela qui come il progressivo precipitare ed annegare in
un abisso di incomprensibilitΓ , assai piΓΉ che di incomunicabilitΓ , poichΓ© la comunicazione si attiva ma tra due poli, due gorghi che si sovrappongono in un equivoco alternarsi di ruoli, ciascuno dei quali si nutre dell'altro ma insieme lo annulla, negandolo ο¬no all' omicidio ultra-simbolico. Ultimo capitolo di una
trilogia con la quale Bernardo Casertano intende attraversare la condizione umana, in una sua sua declinazione dai forti accenti esistenzialistici, in βChartaβ la paternitΓ , e specularmente l'essere ο¬glio, Γ¨ ο¬ltrata nel drammaturgico assemblaggio di due suggestioni all'apparenza contrapposte ma signiο¬cativamente complementari, cioΓ¨ βAο¬abulazioneβ di Pier Paolo Pasolini e il
βPinocchioβ di Collodi tramite Carmelo Bene, quasi questi ο¬ltri fossero due lenti poste lβuna di fronte allβatra per illuminare un sentiero che improvvisamente si
interrompeβ¦β¦β¦.
β¦
Tutto questo dunque nella drammaturgia di Casertano, che cerca così di farsi accogliente nella sua dolorosa presenza scenica, quasi assediata dalle sagome
di carta, in forma di Pinocchio, che aspettano solo di essere ο¬nalmente coperte di scrittura, ovvero nella sua recitazione spezzata, che un pΓ² ricorda nello
sguardo tangente e nelle sghembe traiettorie Carmelo Bene, quasi a sovrapporsi alla parola cui la voce si riο¬uta di dare compiutezza sonora.Il drammaturgo usa con eο¬cacia, attraverso la mescolanza dei dialetti, una contaminazione linguistica dagli eο¬etti stranianti che coinvolgono quasi lo
spettatore nella rappresentazione, assemblando inoltre testo, mimica recitativa e performance ο¬sica, ο¬n quasi alla danza, cosΓ¬ da creare nuovo signiο¬cato alla singolare contingenza del transito scenico.
Una prova interessante, per scrittura, prossemica e anche ambiente musicale, una ricerca che Γ¨ ancora un farsi che per sua stessa natura appare sospeso nella sua stessa impossibilitΓ a rintracciare una conclusione, che non sia una sua traumatica rescissione.
Maria Dolores Pesce- Dramma.it
β..Γ una creazione in bianco e nero che suggerisce una possibilmente
inο¬nita molteplicitΓ : di prospettive, di dialetti, di materiali usati, di
consistenze sceniche e performative.
In equilibrio tra istrionismo e incanto infantile, Casertano abita uno
spazio multi-prospettico in cui le invenzioni e i riferimenti di senso
sono senza posa e con forza ricondotti allβalveo teatrale: Γ¨ come
entrare in una bottega artigiana, assistere a questo spettacolo
processuale in cui ogni segno Γ¨ osteso.
Una creazione pensosa e al contempo ariosa, come il respiro che fa impercettibilmente vibrare le sagomine di carta leggera appese a un ο¬lo, a fondo scenaβ¦..β
Michele Pascarella- gagarin-magazin.it
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Vico Freddo a Rua Catalana, 4, 80133 Napoli NA, Italia, Vico Freddo a Rua Catalana, 4, 80133 Napoli NA, Italia,Naples, Italy, Napoli