About this Event
Nel secolo scorso la corrente di pensiero a cui è stato attribuito il nome “ecologia sociale” ha richiamato l’attenzione sulle “epistemologie del dominio” che hanno caratterizzato il percorso storico dei sistemi di governo, sia della natura sia dell’uomo. La critica è stata rivolta, in particolare, all’omologazione dei comportamenti economici, al gigantismo istituzionale e al riduzionismo scientifico, alla cui base si incontra un’idea di “sviluppo” lineare e unidirezionale misurata sulla ricchezza materiale prodotta dal mercato. Uno dei più interessanti spunti di riflessione dell’ecologia sociale, riportato in auge dalla crisi climatica, riguarda la capacità trasformativa che il superamento dell’approccio antropocentrico al mondo naturale svolge nel “rimodellare” gli spazi pubblici di dialogo e deliberazione. Soprattutto con riferimento al tema delle risorse idriche e della produzione di energia sono emerse delle pratiche di gestione che hanno contribuito all’avvio di un percorso di costruzione di una “democrazia ambientale” e “energetica”. Il tentativo della riflessione qui proposta è quello di ricostruire, attraverso la comparazione delle pratiche esistenti di gestione diffusa delle risorse idriche e delle esperienze di comunità energetiche, le prospettive di sviluppo di ontologie diverse capaci di mettere in discussione le concezioni westfaliane di “sovranità” sull’ambiente.
Jacopo Paffarini
Ricercatore di diritto pubblico comparato presso l’Università degli Studi di Perugia e Visiting professor presso la Pontificia Università Cattolica di San Paolo (Brasile). Tra i miei interessi di ricerca occupano un posto di primo piano le forme di governo, in particolare dell’area latinoamericana, il costituzionalismo ambientale e la protezione delle minoranze culturali ed etniche.
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Numero Zero, 4 Via Benedetto Bonfigli, Perugia, Italy
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