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𝑺𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝒑𝒐𝒆𝒔𝒊𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐𝒓𝒂𝒏𝒆𝒂𝐋𝐞 𝐂𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐎𝐩𝐞𝐫𝐨𝐬𝐞® è lieta di presentare una nuova rassegna di poesia contemporanea presso il locale in corso Amedeo, 101, ex caffè letterario Le Cicale Operose, oggi sede di 𝐒𝐲𝐧𝐞𝐬𝐭𝐡𝐞𝐬𝐢𝐚, 𝑨𝒓𝒕 𝒂𝒏𝒅 𝒄𝒐𝒏𝒗𝒊𝒗𝒊𝒖𝒎 (temporary shop): https://www.facebook.com/profile.php?id=61579066021873
La rassegna, a cura de 𝐋𝐞 𝐂𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐎𝐩𝐞𝐫𝐨𝐬𝐞®, propone sette opere poetiche. Una sequenza di incontri importanti, nonché un attraversamento esperienziale di varie modalità di versificazione e di sguardi sul mondo. Sette incontri che daranno, come spesso accade alle Cicale, opportunità di confronto, di nutrimento e di crescita.
Link della rassegna: https://www.facebook.com/events/1571353260695765?active_tab=about
𝟔 - 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟒 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖:𝟑𝟎
Paola Maria Minucci e Francesca Zaccone presentano 𝐴𝑑𝑑𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑖. 𝑃𝑜𝑒𝑠𝑖𝑒 1956-2016, di Kikì Dimulà, Donzelli Editore, 2025.
Umberto Cini introduce le curatrici.
Evento proposto da Umberto Cini, presidente dell’Associazione Borgo dei Greci.
Tutti ti dicono statua,
io ti chiamo donna, semplicemente.
Non perché lo scultore ti ha consegnato
al marmo come donna
non perché le tue anche promettono
sana prole di statue,
buona messe di immobilità.
Ti chiamo donna
per le tue mani legate
da tutti i secoli che ti conosco.
Kikì Dimulà è una delle voci poetiche più rappresentative della poesia greca. Recentemente scomparsa, è stata molto amata dal largo pubblico e più volte candidata al premio Nobel. Paola Maria Minucci e Francesca Zaccone curano per la collana di Poesia una scelta della sua opera completa, restituendo così un’immagine complessiva del suo lavoro dalle primissime poesie fino all’ultima raccolta. La poesia di Kikì Dimulà si offre a una lettura stratificata: sotto una superficie di più immediata comprensione, invita il lettore a scoprire livelli sempre più profondi, senza paura di sondare gli strati più impervi dell’animo, di mettere a nudo le falde più insidiose della natura umana. Al di là delle apparenze, è il mondo interiore di Dimulà il protagonista della sua poesia, anche se parla attraverso gli oggetti del quotidiano e le sue manifestazioni più umili – la polvere, il nido di una cicogna, gli occhiali, le fotografie, il giornale –, che finiscono per assumere altri ruoli, altri significati. Ed è proprio da questo incontro, ora sorprendente ora stridente, tra il suo mondo interiore e quello esteriore – tra le «aree che gli altri non riconoscono reali», nelle quali lei «si espande e vive illegalmente» e l’«area ammessa… e legale», l’area dell’«amarezza terrena» –, che nasce la sua poesia e l’emozione profonda dei suoi testi, in cui l’azione di scavo è portata avanti anche e soprattutto attraverso la lingua. Su quest’ultima Dimulà lavora con una creatività incessante, dando vita a un universo poetico estremamente fertile, in cui germogliano senza sosta immagini sorprendenti, sbocciano metafore inconsuete, una dopo l’altra, nascono termini del tutto originali, si producono associazioni insolite, forme sintattiche ardite e assolutamente originali. E tutto questo governato da uno sguardo velato da una sottile ironia, a volte impalpabile, altre forte più accentuata, che serve a Dimulà per raffreddare e contenere uno spirito che – nonostante questo lavoro incessante di scandaglio – resta tenace e incita senza esitare al coraggio e alla resistenza, nonostante un pessimismo «biologico»: «Non lo escludere. Anche altre volte uno straccio la resistenza/ e tuttavia si è rivelata superuomo» (Madre del piano di sopra).
Fonte: Donzelli Editore
𝐍𝐨𝐭𝐞 𝐛𝐢𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞
Kikì Dimulà (1931-2020) è una delle voci più significative e innovative della poesia greca dal secondo Novecento fino ai nostri giorni. Più volte candidata al premio Nobel, vincitrice di prestigiosi premi letterari in Grecia e all’estero, inclusa nel 2010 nel catalogo Gallimard, è già nota in Italia con la raccolta antologica L’adolescenza dell’oblio, a cura di Paola Maria Minucci (Crocetti, 2000).
Fonte: Donzelli Editore
Paola Maria Minucci (curatrice del volume) è stata Professore associato di Lingua e letteratura neogreca all'Università La Sapienza fino al 2018. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla letteratura neogreca con studi comparati di poesia neogreca e poesia italiana ed europea del ‘900. Ha curato la traduzione delle opere di molti poeti del ‘900 greco (Kavafis, Elitis, Sachturis, Anaghnostakis, Dimulà, Meskos, Ganàs, Mastoraki, Lainà, Pierìs, Iliopoulou), di importanti scrittori (Vassilikòs,Tachtsìs, Sotiropulu, Valtinòs), dell’opera cinematografica di T. Anghelopoulos e, insieme ai suoi studenti, di molte canzoni di Dionissis Savvopoulos.
È stata insignita di importanti riconoscimenti. Nel 2006 le è stato conferito il Premio Nazionale di Traduzione greco per la sua traduzione di La materia leggera del premio Nobel per la letteratura Odisseas Elitīs. Nel 2007 le è stato assegnato il Premio Nazionale per la Traduzione italiano per l'attività complessiva, e nel 2012 il “Premio Achille Marazza” per la traduzione di una ricca antologia dell'opera di Elitis dal titolo È presto ancora (Donzelli Editore, Roma 2011). Nel 2020 le è stato assegnato il Primo Premio Benno Geiger per la traduzione poetica della Fondazione Cini per il volume K.P. Kavafis, Tutte le poesie, Donzelli, Roma 2019 e Premio Nazionale di Traduzione (Grecia, 2020) sempre per il volume Tutte le poesie di K.P. Kavafis (Donzelli, 2019).
Nel 2013 ha ricevuto la decorazione dell'Ordine della Fenice dal Presidente della Repubblica di Grecia Karolos Papoulias per meriti culturali.
Il 5 dicembre 2022 ha ricevuto la cittadinanza onoraria greca per meriti culturali. Il 25 novembre 2024 è stata nominata membro corrispondente dell'Accademia greca per il settore di Lingua e Letteratura neogreca.
Francesca Zaccone (curatrice del volume) è assegnista di Lingua e Letteratura neogreca presso “Sapienza” Università di Roma. Il suo interesse è focalizzato soprattutto verso la letteratura greca e greco-cipriota contemporanea e la loro traduzione, argomenti che indaga in un’ottica di studi culturali e di genere. È una traduttrice di letteratura neogreca in italiano. Insegna traduzione letteraria dal neogreco presso Sapienza Università di Roma e Lingua e cultura neogreca presso l’Università per Stranieri di Siena.
Umberto Cini (presidente Associazione Borgo dei Greci)
Livornese (4.10.1957), si è laureato in lettere presso la Scuola Normale Superiore di Pisa con una tesi sulle “prosette satiriche” di Giacomo Leopardi. Ha poi insegnato lingua e cultura italiana a Salonicco (1980-81) prima di trasferirsi a Bruxelles, dove per sedici anni (1983-1999) ha prestato servizio presso le istituzioni europee come traduttore e interprete simultaneo di greco e altre lingue. Dal 1999 al 2023 ha svolto le stesse funzioni a Roma per la Camera dei deputati. Nel 1997 ha conseguito una maÎtrise in relazioni internazionali presso l’Université libre de Bruxelles con una tesi (pubblicata) su Les sources culturelles de la politique étrangère grecque. Icônes de l’espace et de l’identité. Scrive e pubblica su temi di storia e cultura della Grecia moderna e dei paesi mediterranei (tra l’altro per Limes). Nel 2020 ha fondato e tuttora presiede l’associazione culturale livornese “Borgo dei Greci”. Attualmente vive tra Roma, Livorno, Atene e l’isola di Lesbo.
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Event Venue & Nearby Stays
C.so Amedeo, 101, 57125 Livorno, Italy, Corso Amedeo, 101, 57125 Livorno LI, Italia, Livorno, Italy
Concerts, fests, parties, meetups - all the happenings, one place.





