Monofonic Orchestra - VARIAZIONI VARIABILI

Wed, 12 Nov, 2025 at 07:30 pm UTC+01:00

via San Vitale 63 - 67, 40125 Bologna, Italy | Bologna

AngelicA - Centro di Ricerca Musicale - Teatro San Leonardo
Publisher/HostAngelicA - Centro di Ricerca Musicale - Teatro San Leonardo
Monofonic Orchestra - VARIAZIONI VARIABILI Monofonic Orchestra (Italia, Norvegia)
VARIAZIONI VARIABILI
prima assoluta
<< La Variazione è una forma di ripetizione in cui certe cose cambiano e certe altre no >>
(John Cage )

Maurizio Marsico (Italia, 1960)
Starless Variations 1 & 2 (2023);
per pianoforte ed elettronica in tempo reale
da un’aria di David Cross, Robert Fripp, Bill Bruford, John Wetton
Zipolitania (2025);
per pianoforte ed elettronica in tempo reale
dalle Sonate d’Intavolatura per Organo e Cimbalo di Domenico Zipoli – Roma 1716
prima assoluta

Maurizio Marsico pianoforte, sintetizzatore modulare
Massimo Mascheroni elettronica
Jan M. Iversen microfoni, effetti, campionatore
musiche di Maurizio Marsico

a cura di Walter Rovere

Biglietti
7€ – ridotto 5€^ e 2€^^
^ ridotto per studenti dell’Università di Bologna
^^ ridotto per studenti del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio “Dalla”
ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale
verrà applicato uno sconto di 2€ sul biglietto intero
la biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto

Prevendite
www.boxerticket.it
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
***
MONOFONIC ORCHESTRA
“Alla tecnica dell’assemblaggio si preferisce la tecnica istantanea del mixer a multipiste. Senza questa precisazione dire che la musica spazia dalla new wave all’improvvisazione aleatoria potrebbe creare malintesi. (…) Il disco è eccezionalmente denso, ricco di intuizioni che si susseguono felicemente in un fuoco di fila interrotto solo dai pochi solchi lasciati in bianco. (…) A nostro modesto avviso questo Music Design non ha precedenti italiani ed evita piacevolmente gli esempi stranieri più ingombranti.”
(Fabio Malagnini, Scena, maggio 81)
“Ricordare un capolavoro del rock progressivo (e non solo) per dimenticarlo e per andare oltre. Suona come un paradosso – ma forse non lo è – l’operazione messa in piedi da Maurizio Marsico. Il più “situazionista” dei compositori/improvvisatori di casa nostra celebra a suo modo i cinquant’anni di Red (gioiello dei King Crimson pubblicato nel 1974) e del brano-simbolo di quella eroica seduta, Starless. Un percorso tra reale, onirico e psicanalitico (…) sorprendente. Tra classica contemporanea, free improvisation ed elettronica.”
(Ivo Franchi, Musica Jazz, settembre 2024)
“Il vero oggetto del mio lavoro e della mia ricerca, con e sulla musica, riguarda proprio la frammentazione della sua interezza (…). Frammentazione della sostanza e della forma e anche degli elementi più marginali e periferici che attengono alla forma (nomi, titoli, formati, promo video, cover art, locandine etc.), trattati come frammenti interconnessi e autonomi per essere poi ricomposti, ricombinati, risuonati, riregistrati, rigenerati. Per me la frammentazione non è frutto di un’eccentrica omnivaghezza, ma è una ragion d’essere precisa, figlia di un pensiero artistico/musicale organico. È la convergenza del molteplice.”
(Maurizio Marsico, intervista di Valerio D’Onofrio, Ondarock, 2018)
***
Monofonic Orchestra è il nome di un progetto musicale proteiforme in evoluzione perenne. Un’identità artistica individuale e collettiva, mutabile dall’unico esecutore a un intero ensemble, e che si esprime con un’intera gamma di varianti, differenti incarnazioni e pseudonimi: M.O., ma anche Fontana, The Space Boys, ‘Lectric Art, Maurizio & Maurizio, Frisk The Frog, B.B.K., Soul Boy, Tequila & Marijuana e altri.
All’alba degli anni 80, in Italia una nuova “gioventù cannibale” delle arti (prendiamo in prestito il termine dal movimento letterario di tre lustri dopo, peraltro coniato dal Frigidairiano/Valvolinico Daniele Brolli!) scavalca e si lascia alle spalle il decennio precedente: arte, musica, teatro, moda, fumetti, design ne escono profondamente rinnovate e senza farsi complessi d’inferiorità rispetto a quanto accade oltremanica od oltreoceano. Maurizio Marsico si trova in media res di questa temperie magmatica: appena uscito dal conservatorio Giuseppe Verdi di Milano (dove segue i corsi di musica elettronica di Angelo Paccagnini), nel giro di due anni (1981-82) si fa notare con due inclassificabili dischi tra no wave e situazionismo dada-elettronico, Music Design e Friends’ Portraits (altro “segno dei tempi”, il disegno di copertina è di Nicola Guiducci, fondatore del Plastic di Milano) per l’Italian Records di Oderso Rubini; presenta performance e installazioni alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma (As Diamond Clearness, con Roberto Taroni e Luisa Cividin), all’ICA di Londra, al Sixto/Notes di Milano, alla quarta “Settimana Internazionale della Performance” di Bologna (su invito di Francesca Alinovi e Renato Barilli, cfr. i documenti in mostra nella sezione ad essa dedicata al MamBo), e all’altrettanto leggendaria “Sonorità Prospettiche” – Suono / Ambiente / Immagine di Rimini (a cura di Roberto Taroni, Franco e Roberto Masotti, e Veniero Rizzardi); mentre a New York, suona all’InRoads con David Wald, e al club Underground con Perkin Barnes (futuro produttore di Alan Vega), Jeffrey Glenn (bassista di Glenn Branca), Elliott Sharp e Michael Brown (allora insieme negli I/S/M). Tra il pubblico c’è Stefano Tamburini (il creatore di Rank Xerox), che lo recensisce col suo caustico stile come Red Vinyle su Frigidaire (“le cose più belle a New York le ho sentite dalla Monofonic Orchestra (l’italiano Maurizio Marsico più guest stars). Complimenti, cazzo! Altro che Glenn Branca e il suo branco di coglioni schitarranti da avanguardia da oratorio!”). Nascono così le sue collaborazioni coi fumettisti di culto della rivista, Tamburini in primis (che “campiona” i concerti newyorchesi per la sua Thalidomusic For Young Babies), Carpinteri (l’ep Invito a Cena) e Massimo Mattioli (Rap ‘N’ Roll, colonna sonora del fumetto Frisk the Frog).
Seguiranno poi la composizione di un brano per le vetrine di Fiorucci, la sigla di un programma televisivo di Serena Dandini (Obladi oblada), un 12” prodotto dai La Bionda e col tecnico del suono di I Feel Love (Silver Surfin’), la colonna sonora per il primo film italiano girato interamente in elettronica (Mefistofunk, 86), collaborazioni con Andrea Tich (storico cantautore della Cramps), il fumettista Massimo Giacon (che in trio, con Tich e Marsico sarà in uno dei suoi rari concerti dal vivo al Link di Bologna), e la sonorizzazione, approvata dal regista, di Stereo di David Cronenberg a “Suoni & Visioni” a Milano con un supergruppo comprendente Rhys Chatham, Giulio Capiozzo (Area), Steve Piccolo (Lounge Lizards), Tommaso Leddi (Stormy Six); nonché, arrivati ormai nel nuovo millennio, un album (Nature spontanee) con Riccardo Sinigaglia (ex Futuro Antico) ed uno con Stefano di Trapani (aka Demented Burrocacao)…. e infine il ritorno ufficiale (36 anni dopo!) della sigla Monofonic Orchestra, a partire dall’album Post-Human Folk Music del 2018.
In mezzo, anche un’occupazione come creatore di jingle e campagne pubblicitarie, e una “sparizione” di oltre tre lustri nei gorghi della “Milano da bere” (procuratevi la pazzesca biografia Life on Marsico – Goodfellas – di Christian Zingales per capire perché!).
Similmente irregolare e disordinata, anche discontinua (ma sempre sotto il segno della contemporaneità), la sua produzione musicale si è presentata quindi come un patchwork attraversante new wave, elettronica astratta, funk, rap, electro, italo disco, synth-pop, lounge-jazz, ambient, minimalismo (con espliciti omaggi all’amato Terry Riley), musica cosmica; ma appunto questa volubilità e frammentarietà, come spiega nell’intervista data nell’anno del suo “ritorno” e citata in esergo, è parte integrante e chiave della sua poetica.
Le Starless Variations rappresentano la terza tappa della “nuova” Monofonic Orchestra dopo Post-Human Folk Music 2018) e Carnival – The Roger Stanza Sessions (2022, disco del mese di Blow Up #289). Sparigliando ancora una volta le carte, si tratta di un lavoro prevalentemente pianistico: uscite in Norvegia per l’etichetta TIBProd. a fine settembre 2024, documentano un concerto per pianoforte e live electronics (Massimo Odrz Mascheroni) a Milano nel 2023, che prende come base l’omonimo brano dei King Crimson (ma in mezzo compaiono anche le Sechs Bagatellen di Beethoven e O que será di Chico Buarque). «Memorie, amnesie, scrittura, improvvisazione e individualità collettiva: la composizione dei King Crimson chiude il primo periodo della band e in un certo senso sancisce anche la fine di un modo di intendere il rock e di essere musicisti. E nell’elaborazione di Monofonic Orchestra diventa paradigma di tutto ciò che, dal 1974 a oggi, abbiamo guadagnato e perso in termini musicali. Ma diventa anche ciò che, come esseri umani prima ancora che musicisti, talvolta ci distoglie dal bisogno di dimenticare o dall’urgenza di ricordare, impedendoci di affrontare lucidamente le inadeguatezze e le disumanità del presente», scrive Marsico nelle note di copertina. A completare il cd, un’ulteriore rielaborazione di 20 minuti compiuta dal produttore norvegese Jan-Morten Iversen in studio.
Il programma al Centro di Ricerca Musicale presenterà anche la prima assoluta di Zipolitania, una rielaborazione per pianoforte ed elettronica in tempo reale delle Sonate d’Intavolatura per Organo e Cimbalo del compositore barocco e gesuita Domenico Zipoli (1688-1726).
Walter Rovere
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Massimo Mascheroni (1959) dal 2000 è la metà di ODRZ, duo industrial-noise in cui “distrugge” suoni attraverso campionatori, microfoni e synth, e che ha all’attivo all’attivo parecchie pubblicazioni per etichette italiane e straniere (TibProd, Hellbones, Luce Sia, Torga Amun, Rizosfera..), tra cui una collaborazione con Maurizio Bianchi. Dal 2020 è anche la metà del duo ambient-esoterico Sokushinbutsu Project, che ha inciso tre album per Industrial Ölocaust Recordings. Nel 2018 ha dato inizio a una collaborazione con Monofonic Orchestra, con un concerto in cui ODRZ e Marsico scomponevano e ricostruivano i brani dell’album Post_Human Folk Music, pubblicato lo stesso anno. Dal 2023 è anche la metà di Jets, duo industrial-jazz in compagnia del batterista Andrea Dicò.
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Jan-Morten Iversen (1972), nato a Stavanger (Norvegia), è un noise artist attivo dai primi anni ’90. Ha pubblicato oltre 70 album a proprio nome, sotto pseudonimi (Scullfaced Moon, Kredi Dubi, The Remix-Collective Of Norway, The Ambience-Collective Of Norway, ecc.) e con gruppi come Bjerga/Iversen, Lydhode, A Vibrant Struggle, Adults With Chicks, Larraskito Audio Dissection Unit, Rust & Rot, Droneskvadronen All-Stars (con Arturas Bumsteinas), e altri. Tra le sue collaborazioni figurano Maurizio Bianchi, Tzesne, Quoit, Torstein Wjiik, Sound_00, Martin Steinebach e altri. Ha fondato l’etichetta TIBProd. nei primi anni 2000 e la gestisce ancora oggi.

Event Venue

via San Vitale 63 - 67, 40125 Bologna, Italy, Via San Vitale, 63, 40125 Bologna BO, Italia, Bologna, Italy

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