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I "Flowers For Boys" , nelle persone di Federico Marinelli, Marco VIno, Nico Sgarra e Riccardo Ernesto, condividono con noi l'ascolto del loro album “Se questo è crescere”. Segue una breve descrizione del loro lavoro dei "Flowers For Boys", che ringraziamo per aver accettato il nostro invito, " DESCRIZIONE ALBUM:
“Se questo è crescere” è il primo album dei Flowers for Boys, un disco che racconta cosa significa perdersi mentre si prova a diventare grandi. Otto pezzi che oscillano tra rabbia e fragilità, con un alt-rock che si sporca di emo e lascia intravedere punte di post-punk, senza mai aver paura di graffiare, ma neanche di commuoversi. È un lavoro spaccato in due: da un lato la presa di coscienza istintiva, fisica, quasi animalesca; dall’altro l’elaborazione interiore, più mentale, più dura da digerire. Dentro ci sono smarrimento, urgenza e quel senso di malinconia che però non spegne mai la scintilla della speranza. “Se questo è crescere” non cerca perfezioni: preferisce urlare le crepe, stare dalla parte delle fragilità e trasformarle in canzoni che sanno di resistenza condivisa. Un debutto che mette a nudo e al tempo stesso stringe forte, come un abbraccio storto ma necessario.
DESCRIZIONE BRANO PER BRANO:
Quello che mi pare
Un’apertura senza filtri: la voglia di scappare dalle aspettative degli altri e dai ruoli preconfezionati. È un pezzo che celebra l’impulso puro, il diritto di fare a modo proprio, anche quando questo porta stanchezza e peso addosso. Suona come un respiro liberato, sporco e necessario.
Fragile
È il manifesto della confusione. Un brano che racconta il sentirsi sempre in bilico, mai all’altezza, intrappolati tra l’immagine che gli altri hanno di noi e la realtà più scomposta, piena di agitazione e incertezze. Un inno alla fragilità gridata a voce alta, con le chitarre che si fanno ferite aperte.
Va bene così
Il disco trova qui il suo lato più consolatorio: accettare di non essere interi, accettare che nemmeno gli altri lo siano. “Va bene così” diventa quasi un abbraccio collettivo, un invito a perdonarsi, cadere e rialzarsi. Le cicatrici restano, ma invece di coprirle diventano parte della storia.
Lascia
Un brano che suona come una resa apparente, ma che in realtà è resistenza. “Lascia” è il coraggio di mollare ciò che fa male, l’atto di autodifesa che diventa libertà. Non è debolezza: è un atto di forza, una presa di posizione netta, un manifesto di sopravvivenza.
Come stai
Una domanda semplice che si trasforma in ancora di salvezza. Il pezzo esplora la possibilità di una connessione autentica che annulla distanze e differenze. Nel caos dei rapporti umani, “Come stai” diventa un appiglio sincero, la prova che capirsi è possibile proprio dove meno lo si aspetta.
Polaroid
Qui il ricordo diventa immagine fissa: una foto che conserva un “noi” che non esiste più. Ma il presente non regge quella cornice: risposte fredde, litigi e promesse di felicità mancate. È il brano più nostalgico, quello in cui la malinconia non cerca scampo ma resta impressa come un’immagine che non sbiadisce.
Dalla stessa parte del vento
Un pezzo che apre uno spiraglio di speranza. L’utopia di smettere di ferirsi con le parole, il desiderio di ritrovarsi comunque dalla stessa parte, spinti dallo stesso vento. È una canzone che parla di conflitti, ma lascia intravedere una riconciliazione possibile.
Ci ho provato (non è una colpa)
La chiusura del disco è un saluto disincantato: tentativi, fallimenti, rimorsi ormai azzerati. Qui non c’è condanna, solo la constatazione che a volte per sopravvivere bisogna anestetizzarsi un po’. Una fine lucida e amara, ma anche tremendamente onesta.
FOCUS TRACK
Dalla stessa parte del vento
“Dalla Stessa Parte del Vento” è la traccia-faro dell’album: una canzone che non si accontenta di raccontare il dolore, ma lo attraversa fino a intravedere un varco. È un brano che parte introspettivo, con chitarre sospese e voce che sembra quasi trattenere il fiato, per poi aprirsi in un crescendo liberatorio, dove la band mescola malinconia ed energia in un alt-rock che non ha paura di spezzarsi. Il vento del titolo non è solo metafora: è la forza che trascina tutti, al di là delle differenze e dei conflitti, verso un terreno comune. È un invito a smettere di ferirsi e a riconoscersi parte della stessa tempesta. Suona come una tregua sognata, un’utopia che diventa canto corale. Con le sue dinamiche contrastanti, tra momenti più intimi e aperture corali che spingono all’unisono, “Dalla Stessa Parte del Vento” riesce a condensare l’essenza del disco: fragilità, rabbia e speranza che convivono senza maschere. Una canzone che stringe e solleva allo stesso tempo, capace di trasformare una crepa in un punto di incontro.
DESCRIZIONE ARTWORK
La copertina di “Se questo è crescere” sembra catturare un gioco d’infanzia e trasformarlo in vertigine. Un girotondo sfocato, il rosso del cerchio che rimane inciso mentre i corpi diventano scie, indistinti, inghiottiti dal movimento. È un’immagine che parla di crescita come perdita di equilibrio: un continuo girare che confonde, che sfuma i contorni, che costringe a stare sospesi tra euforia e smarrimento. Lì dentro ci sono insieme leggerezza e nausea, il ricordo di quando tutto era semplice e la consapevolezza che non lo sarà più.
VIRGOLETTATO BAND
“Abbiamo trasformato smarrimento, urgenza e qualche lampo di speranza in canzoni… e nel mentre abbiamo capito che crescere alle volte è necessario”
CREDITS
Musiche: Federico Marinelli, Nicola Sgarra, Riccardo Ernesto
Testo: Marco Vino
Produzione: Diego Ceo
Recording: Altrementi Labs
Direzione artistica: Andrea Capurso
Mix: Luca Bi (Luca Bonfiglioli)
Mastering: Eleven Mastering
Graphics, Photos and Videos: Salvatore D’Aco
Label: Mosho Dischi
Distribuito da Artist First per Mosho Dischi
Ufficio stampa: RC Waves"
Instagram https://www.instagram.com/flowersforboysband/?hl=en
Spotify: https://open.spotify.com/artist/5k4gkUZT1DaKoinKMaLtoe?si=QXLUKEo7QNu1dvDNDMGv_A
]a cura di Angelo Pantaleo[
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Event Venue & Nearby Stays
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